IL COMUNE DI RIVE
Rive: www.comune.rive.vc.it
Il comune di Rive, situato alla destra del torrente Marcova, è un piccolo borgo rurale in provincia di Vercelli, ad un’altitudine di 126 m s.l.m., distante circa 15 km dal capoluogo vercellese. Il toponimo “Rive” deriva dal trovarsi al fine di una “Ripa” o “Costa” che si protende verso ovest. La sua posizione dominante e strategica rispetto al territorio circostante, completamente pianeggiante, ne ha fatto, fin dal medioevo, un luogo particolarmente idoneo per la difesa del territorio e l’osservazione delle vie di comunicazione.
Il territorio è occupato prevalentemente da risaie (note anche come “mare a quadretti”). Il riso e l’agricoltura rappresentato la forma principale di lavoro in paese, ove sono situate una decina di piccole e medie aziende agricole. Le stagioni sono scandite dai ritmi del mondo agricolo, che da marzo a ottobre movimenta la vita di tutti i giorni.
La cultura contadina si respira soprattutto nei racconti degli anziani e del faticoso lavoro nei campi, all’epoca condotto con pochi mezzi e tanto impiego di risorse umane e di bestiame. Nel lavoro dei campi era fondamentale l’impiego delle mondine, il cui lavoro consisteva nello stare, tra la fine di aprile e i primi di giugno, per intere giornate con l’acqua fino alle ginocchia, a piedi nudi e con la schiena curva per togliere le erbacce infestanti che crescevano nelle risaie e che disturbavano la crescita delle piantine di riso (la monda, o mundé, in piemontese). Oltre alla monda, le mondine trapiantavano le piantine di riso nelle risaie (trapiantè, in piemontese).
Un’altra fase fondamentale e critica della stagione risicola è la mietitura (operazione di raccolta dei cereali maturi, consistente nel taglio delle piante eseguito a macchina mediante la mietitrice) e che, fino all’avvento delle macchine, veniva condotta a mano con la falce.
Nelle campagne rivesi sono presenti numerose cascine (la maggior parte delle quali è ormai in disuso) che, pur non avendo una valenza storica rilevante, testimoniano la tradizione risicola del posto e riportano alla mente il lavoro nei campi in epoche passate.
Pur con un forte intervento antropico del territorio, nelle campagne si possono ancora osservare farfalle, libellule, api, rane e diverse specie di uccelli tipici (passerotti, gazze, ghiandaie, poiane, aironi), nonché volpi, tassi, ricci, caprioli.
Giungendo a Rive, sia che si provenga da Casale Monferrato o da Vercelli, il campanile della chiesa parrocchiale caratterizza la skyline del paese. La chiesa, tipico esempio di barocco piemontese, è dedicata alla B.V. Assunta e nel corso degli anni ’40 del secolo scorso è stata oggetto di ampliamento, per far fronte alla numerosa popolazione del paese (all’epoca, circa 1.100 abitanti). L’ampliamento del corpo principale comportò l’arretramento del campanile (originariamente in facciata), che oggi sorge nel punto più alto del paese.
Altro edificio imponente, che si nota arrivando in paese, è l’imponente castello, antica roccaforte di confine, che conserva la sua impronta medioevale, ingentilita da una facciata – postuma all’edificio originario – costituita da due torri merlate e un loggiato. Ancora nel quattrocento il complesso era circondato da un profondo fossato alimentato dalla roggia Molinara ed era dotato di torri e di ponti levatoi. Una cappella dedicata a S. Carlo si trovava al piano terra, a fianco del portone di accesso (gli ambienti sono ancora presenti, pur rimaneggiati). La pianta del recinto – pressoché ottagonale – ricalca quella dell’edificio preesistente all’attuale castello e del quale sono stati conservati i sotterranei.
Numerose leggende caratterizzano questo castello. Una di queste riguarda la presenza di due fantasmi: dopo diversi contrasti per definire la proprietà del castello, per via di smembramenti dovuti ad eredità o passaggi a figlie, il 10 aprile 1620 Alessandro Tizzoni, reagendo ad un agguato, uccise Gerolamo Olgiati. Ancora oggi si dice che in certe notti si possano udire i due spettri combattere.
Di interesse è il grande parco del castello, esempio di giardino all’italiana.
In quello che ancora oggi può essere definito centro storico, oltre alla Chiesa parrocchiale, sorgono il palazzo comunale (edificato nella seconda metà del XIX secolo) e l’ex confraternita di Santa Marta, anch’essa tipico esempio di barocco piemontese.
È possibile tuttora ammirare le uniche cappelle rionali rimaste, San Bernardo e San Rocco (recentemente dedicata anche a San Pio), a cui si aggiunge l’effige della Madonna del Rosario, in Rione Madonnina.
Un edificio meritevole di citazione è Villa Foro, coinvolto in avvenimenti nella seconda guerra di indipendenza che portò all’Unità d’Italia. Nel 1859 l’Austria dichiara guerra al Piemonte, con cui è schierata la Francia di Napoleone. Il 2 maggio del 1859 gli austriaci passano il Sesia, entrano in Vercelli e, incerti sul da farsi, si attestano sulla destra del fiume con pattuglie verso ovest: una di queste è la Brigata Gaal, di base a Rive-Pertengo-Stroppiana.
Le prime operazione di esplorazione vengono affidate ai “Cacciatori delle Alpi” di Giuseppe Garibaldi che, il 6 maggio, passano il Po con il Grosso su Balzola-Rive e pattuglie a Morano, Due Sture, Costanzana, Pertengo, Stroppiana, contrastate da pattuglie austriache del V Corpo di Armata.
Il 7 maggio il Re Vittorio Emanuele II e Garibaldi, dopo avere osservato, dal castello di Rive, le terre verso nord, sostano in casa dei nobili Foro. Mentre Garibaldi prosegue l’esplorazione, il Re pernotta al primo piano in quella che verrà poi sempre chiamata “la stanza del Re”. Prima di partire al mattino dell’8 maggio, il Re dona al piccolo Eusebio Roveglia il suo orologio a cipolla d’argento con inciso lo stemma sabaudo.
Interessante, sia dal punto di vista storico, sia tecnico, è il casello idrico sul torrente Marcova, detto “Sgujet” (piccolo scivolo). Costruito a metà del XIX secolo per volontà di Gerolamo Scarampi, marchese di Villanova Monf.to e Camino, progettato dall’Ing. Ignazio Michela (ingegnere idraulico e civile ed ispettore dei regi canali), costituisce un’importante opera di bonifica per il territorio della bassa vercellese.
Dal 2020 il Comune promuove la realizzazione di opere visuali di street art su facciate site all’interno del centro abitato.
Ad oggi sono nove le opere realizzate da artisti anche di fama nazionale e internazionale. Quest’anno, per il primo anno, la realizzazione delle pitture murali sarà effettuata nell’ambito del contest “DeRIVE – Arte pubblica nello spazio rurale”.




